Rigoni di Asiago per Matera
Torna al suo antico splendore la Chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone, grazie al restauro fortemente voluto da Andrea Rigoni, a capo della storica azienda di famiglia ‘Rigoni di Asiago’.
La chiesa rupestre di San Giovanni, risalente all’XI secolo, è ricavata nella roccia del Monterrone nel cuore del Sasso Caveoso e rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura sacra dell’intero territorio materano. Il 12 settembre, in una Matera Capitale della Cultura 2019, il restauro si è svelato in tutto il suo splendore a cittadini, stampa, critici d’arte, addetti ai lavori e tutti coloro che hanno partecipato al restauro.
E qui comincia la mia avventura di giornalista, all’interno del piccolo gruppo stampa scelto per l’inaugurazione. Un’occasione davvero unica sia dal punto di vista architettonico e artistico, sia per le possibilità che si sono presentate per capire e conoscere una realtà territoriale importante, Matera e la Basilicata, e una realtà aziendale altrettanto importante, Rigoni di Asiago. Il tutto attraverso le testimonianze dirette di chi si è occupato in prima persona del restauro come Luca Pantone, di chi lo ha guidato come Enrico Bressan e Rosangela Maino, e di chi lo ha fortemente voluto e reso possibile: Andrea Rigoni.
Un industriale illuminato, Andrea Rigoni, quelli di cui il nostro paese ha veramente bisogno. Un uomo con le idee chiare e le giuste priorità. A capo dell’azienda veneta leader nella produzione biologica di miele, confetture e creme spalmabili di qualità, Rigoni ha sempre messe al primo posto il rispetto per l’ambiente e le persone, la produzione sostenibile, con una costante attenzione e la responsabilità verso il territorio e le sue eccellenze. La valorizzazione del patrimonio artistico del nostro Paese non è, quindi, una novità: ricordiamo il primo importante intervento di restauro dell’Atrio dei Gesuiti del Palazzo di Brera, seguito da quello della statua di San Teodoro di Palazzo Ducale a Venezia e dal recupero della fontana “Venezia sposa il mare”, nel cortile di Palazzo Venezia a Roma. “Ritengo che fare impresa oggi – dichiara Andrea Rigoni – significhi avere una visione più ampia rispetto a quella che limita l’attività dell’imprenditore al puro e semplice sviluppo della sua azienda. Ci sono ambiti, quali, ad esempio, l’arte e la cultura che un’industria illuminata deve fare propri. Riconosco nell’arte gli stessi valori che, da quasi un secolo, permeano lo spirito d’impresa: il recupero delle tradizioni, il gusto per la ricerca, la maestria di creare e produrre qualità”.
E’ con Andrea Rigoni che, camminando per i Sassi di Matera attraverso antichi rioni e case ricavate nella roccia o costruite in blocchi di tufo, arriviamo alla chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone, totalmente ricavata, ad eccezione della facciata, nel masso roccioso del Monterrone, un pittoresco promontorio che si erge nel Sasso Caveoso. Una lunga e tortuosa scalinata ci porta sino alla cima della rupe ed entriamo nella Cripta dedicata a San Giovanni Battista che si presenta ad unica navata e alterata, rispetto all’aspetto originario, dalla realizzazione di ambienti laterali ricavati soprattutto a scopo funerario. La bellezza di questi posti risiede nello stupore di un’architettura ottenuta per sottrazione, togliendo materia alla roccia, come nell’idea michelangiolesca di scultura, in una costruzione tutta al negativo, che opera liberando la roccia dal superfluo, perché in essa è intrappolata l’idea di forma, anziché aggiungendo materia al vuoto, come si fa tradizionalmente.
Come ci spiega Luca Pantone, Direttore Scientifico del Restauro, la cripta risale probabilmente all’XI secolo e doveva presentarsi interamente decorata da affreschi realizzati a partire dal momento dell’escavazione e nei secoli successivi. Sopravvivono l’affresco cinquecentesco dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, Sant’Andrea, di cui è visibile il solo volto, e a cui è sovrapposta una Madonna con il Bambino. Accanto, San Girolamo in abiti vescovili. La piccola cappella, scavata sempre a scopo funerario sul fianco destro dell’aula, presenta una pregevole decorazione a fresco: da un lato, in direzione della porta, sono evidenti San Pietro, il ‘principe degli apostoli’ e San Giacomo maggiore (primo ventennio del XIV secolo); di fronte l’Annunciazione. Proseguendo, sempre sul fianco destro, si notano gli affreschi cinquecenteschi del Battesimo di Cristo nel fiume Giordano e parte di un pannello con la scena della Conversione di Sant’Eustachio, patrono della città di Matera.
A seguito dell’abbattimento di un edificio abusivo degli anni ’50, costruito a ridosso della chiesa, il fianco roccioso è stato esposto per diversi anni alle intemperie con conseguente attecchimento di vegetazione in profondità. La diffusione dell’umidità, dovuta alle acque meteoriche infiltratesi nelle fenditure create dalle radici, ha interessato le superfici affrescate ricoprendole di efflorescenze saline, muffe e incrostazioni.
Il restauro della Cripta di San Giovanni è stato avviato tramite il progetto “Arte e Impresa” che lega Fondaco Italia a Rigoni di Asiago. Fondaco Italia è una società di consulenza che opera nell’ambito dell’arte, attraverso la progettazione e la gestione di interventi di restauro, manifestazioni culturali ed eventi. Agisce come punto di collegamento tra pubblico e privato, supportando economicamente le amministrazioni nella tutela del patrimonio artistico italiano. Coinvolge infatti le aziende e le stimola a investire in progetti che valorizzino i luoghi dell’arte. Per Fondaco Italia l’arte è infatti un valore, un valore del passato che può avere un ruolo nella costruzione del futuro, solo se è parte attiva dello sviluppo culturale ed economico del presente del nostro paese. Per questo mette in risalto l’unicità del patrimonio artistico italiano come opportunità per le aziende, secondo un modello che non ha eguali nel mercato e rende incomparabile la forza di posizionamento. Fondaco Italia individua le opere di restauro con maggiori necessità.
Come ci racconta Enrico Bressan presidente di Fondaco Italia durante il nostro tour e in conferenza stampa: “Dopo un’accurata analisi si è deciso di concentrarci sul fatto che Matera, per il 2019, è la capitale europea della cultura, occasione di sviluppo, di evoluzione, di motore per migliorare nel senso più ampio del termine. Elementi sui quali quotidianamente corre e si sviluppa l’idea di impresa e gli obiettivi di Rigoni di Asiago. Un modo intelligente ed innovativo di comunicare per contribuire a rafforzare il valore dell’identità di marca e della responsabilità sociale d’impresa su cui ruotano e si sviluppano le strategie aziendali. Una giusta modalità per coniugare il rapporto arte ed impresa affinché, reciprocamente, ne traggano beneficio; una scommessa vincente sul bello e sul buono!”.
Insieme a noi, anche Rosangela Maino, Presidente della cooperativa locale Oltre l’Arte, che ha partecipato attivamente ai restauri e tenendo aggiornato il pubblico via webcam. La Cooperativa Sociale Oltre l’Arte, fondata nell’ambito del Progetto Policoro promosso dalla CEI, è scaturita dal desiderio di alcuni giovani di crearsi opportunità di lavoro nel proprio territorio unendo le forze e investendo sulle capacità e competenze di ognuno. La Cooperativa, infatti, opera con finalità di promozione sociale e di sviluppo del territorio offrendo servizi qualificati erogati da personale specializzato, favorendo l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e promovendo le risorse territoriali nelle loro peculiarità storiche, culturali, naturali e religiose con particolare attenzione agli ultimi.
Il nome Oltre l’Arte fa riferimento alla vocazione primaria e fondamentale della cooperativa: valorizzare il patrimonio materiale rappresentato dai beni storico-artistici di carattere religioso del territorio materano nell’ottica di restituire ad esso il suo valore intrinseco e spirituale, la ragione originaria della sua esistenza che porta in sé un ricco patrimonio immateriale fatto di spiritualità, emozioni, credenze, tradizione. Andare “Oltre l’arte” significa anche oltrepassare il materiale per andare incontro alle persone ponendo attenzione ai rapporti umani e all’accoglienza calorosa e fraterna.
La Cripta di San Giovanni in Monterrone con annessa la Chiesa della Madonna dell’Idris sono aperte al pubblico e visitabili. Per ulteriori informazioni:
www.basilicatanet.com/ita/web/item.asp?nav=sangiovannimonterrone_chiesarupestre_matera
www.oltrelartematera.it/chiese-rupestri/san-giovanni-in-monterrone/