Un binomio unico e indissolubile quello di Antonio Canova e la sua Possagno, un piccolo comune del trevigiano che conserva opere e testimonianze del grande scultore

Dalla fine del XVIII secolo la storia del comune di Possagno, in provincia di Treviso, è legata al celebre nome di Antonio Canova, delle cui opere spicca il Tempio Canoviano, una chiesa progettata dallo scultore ispiratosi al Pantheon di Roma e dal Museo della Gipsoteca canoviana, dedicato allo scultore e costruito attorno alla sua casa natale, in cui sono conservati vari bozzetti e gessi delle sue celebri opere oltre a molti suoi quadri.

Sono ospite della famiglia Biasiotto, proprietaria della cantina Foss Marai di Guia di Valdobbiadene. Carlo Biasiotto, sua moglie Adriana e i suoi figli Andrea, Cristiana e Umberto mi accompagnano nella visita di Possagno e delle testimonianze legate al Canova che questa magnifica terra conserva.

La Dott.ssa Irene Longo, storica dell’arte e profonda conoscitrice della vita e delle opere di Canova, ci accompagna nella visita regalandoci, oltre alla storia del personaggio e delle sue opere, anche simpatici e interessanti aneddoti. Cominciamo la visita dal famoso Tempio.

IL TEMPIO CANOVIANO

Il Tempio di Antonio Canova è la chiesa parrocchiale di Possagno, consacrata alla Santissima Trinità. Un maestoso edificio neoclassico costruito su una altura, a 342 metri s.l.m. che poggia su tre ampie gradinate e su un vasto acciottolato. Fu progettato da Antonio Canova ispirandosi al Pantheon di Roma e disegnato da Pietro Bosio e Giovanni Zardo con la collaborazione dell’architetto Giannantonio Selva e Luigi Rossini. La costruzione fu cominciata l’11 luglio 1819 e il Tempio fu inaugurato nel 1830. E’ composto da 3 elementi architettonici: il colonnato, che richiama il Partenone di Atene; il corpo centrale simile alla c Pantheon romano e l’abside dell’altare maggiore. Esse sono simbolo delle tre grandi fasi della: la civiltà greca, la cultura romana e quella cristiana. Il diametro esterno è di 35 metri circa e i muri, spessi quasi 8 metri, contengono corridoi interni e scale per i vani superiori e la cupola.

L’atrio è composto da 16 colonne alte 10 metri di ordine dorico e realizzate in Lumachella, una pietra porosa di Costalunga (località sulle colline a sud di Possagno). Sul frontone sono scolpite le parole latine DEO OPT MAX UNI AV TRINO (Tempio dedicato a Dio ottimo massimo, uno e trino). Impreziosiscono il fregio 7 mètope di cui Canova riuscì solo a farne il modello in gesso. Il pavimento interno è costituito da pietre bianche e rosse del Piave.

Sopra l’altare maggiore vediamo la pala canoviana della Deposizione, dipinta dall’artista durante i suoi soggiorni a Possagno. Sulla nicchia centrale di sinistra trova posto la tomba del Canova e del fratellastro mons. Giovanni Battista Sartori-Canova, Vescovo di Mindo con i rispettivi busti in marmo. Quello del Canova è un pregevole autoritratto. La spesa per la costruzione del Tempio venne sostenuta quasi per intero dallo scultore; ai lavori partecipò praticamente tutta la comunità di Possagno (che fornì anche alcuni materiali e lavoro volontario) e lavoranti del circondario. Il Canova morì il 13 ottobre 1822, quindi a lavori appena iniziati, ma nel suo testamento affidò al fratellastro mons. G. Battista Sartori il compito di portare a termine l’impresa.  Nel maggio 1832 il Tempio, chiesa parrocchiale di Possagno, è solennemente consacrato alla Trinità.

GYPSOTHECA E MUSEO ANTONIO CANOVA

Il Museo Antonio Canova di Possagno raccoglie la grande eredità storica e artistica del massimo esponente del Neoclassicismo, un punto di riferimento indispensabile per conoscere l’artista e apprezzare tutti insieme i capolavori creati, modelli da cui sono stati realizzati i marmi commissionati e ora diffusi nei più grandi Musei del Mondo.

E’ un vero e proprio complesso composto da:

Gypsotheca, dove sono conservati i modelli originali in gesso delle opere di Antonio Canova;

Casa Natale, dove trovano posto i dipinti, i disegni e gli abiti dell’artista;

Giardino, Brolo e Parco che completano con la Biblioteca e l’Archivio storico uno spazio unico

LA GYPSOTHECA

La parola “gypsotheca” deriva dal greco e significa raccolta di gessi, quella di Possagno, infatti, è la più grande Gypsotheca monografica d’Europa. Il vescovo Giovanni Battista Sartori, fratellastro di Antonio Canova, volle erigere un edificio che potesse degnamente ospitare tutte le opere presenti nello Studio romano, cercando di riproporre l’esposizione delle opere come erano all’interno dell’atelier dello scultore.

Dal 1829 furono così trasferite da Roma, imbarcate a Civitavecchia e, dopo settimane di trasporto, da Marghera, arrivarono su carri fino a Possagno. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, per prevenire i bombardamenti, la Gypsotheca fu in parte svuotata, le statue furono trasferite e depositate all’interno del Tempio di Possagno, dove rimasero fino al 1946. L’attuale allestimento è il frutto di un rispetto assoluto dello spirito museologico di Giovanni Battista Sartori.

Nel 1957, alcune opere canoviane di Possagno trovarono una più adeguata sistemazione grazie ad un nuovo edificio, costruito dall’architetto veneziano Carlo Scarpa. Obiettivo del progetto era quello di valorizzare il patrimonio canoviano ancora non esposto e giacente nei depositi, e, soprattutto, predisporre un’opportuna esposizione per i bozzetti in terracotta. Scarpa riuscì a disporre scenograficamente quegli assoluti capolavori d’arte, distribuendoli su lucidi livelli sfalsati, collocati all’interno di un involucro architettonico che consente alla luce di filtrare dall’alto. Oggi l’estensione scarpiana è il solo spazio museale interamente completato dall’architetto e accanto ai modelli in gesso vi trovano collocazione tutti i bozzetti in argilla ed in terracotta, espressione assoluta della genialità del Canova.

Su molte di queste opere originali in gesso sono ancora presenti i chiodini metallici, chiamati repère (che significa riferimento in francese), opportunamente disposti sulle superfici più complesse del modello, per poterne riprodurre i volumi prima di procedere all’esecuzione dei particolari e delle finiture.

Ma le sorprese della famiglia Biasiotto non sono finite: abbiamo avuto l’occasione unica di una visita notturna alla Gypsotheca durante la quale abbiamo ammirato la grande collezione di gessi illuminata dalla luce delle sole candele, che venivano posizionate in punti diversi delle varie sculture, in modo da creare giochi di luci e ombre sempre diversi e in grado di movimentare i volumi in una atmosfera affascinante. A seguire, una cena con i prodotti tipici organizzata all’interno delle ex scuderie della casa del Canova. Le visite notturne con candele e le cene si possono prenotare direttamente alla segreteria del museo e saranno un’esperienza unica e indimenticabile che consiglio vivamente.

LA CASA NATALE

La Casa natale del Canova è una tipica struttura abitativa del Seicento, composta dal corpo centrale su più piani, la cantina, i lunghi porticati per il deposito dei materiali da lavoro e la stalla per gli animali da traino.

L’abitazione che il visitatore vede oggi è quella che Canova ristrutturò tra la fine del Settecento, quando fece costruire la Torretta, e l’inizio dell’Ottocento, quando volle ricavare la cosiddetta Sala degli Specchi. All’interno delle diverse stanze è possibile ammirare i dipinti, le incisioni, i disegni, alcuni marmi, gli strumenti da lavoro, alcuni vestiti dell’artista.

Originali e caratteristiche sono la stanza dove è nato Antonio Canova, il seminterrato della Casa in cui è allestito lo Studio di scultura e la Torretta arredata a biblioteca. Sono affascinata dai disegni di Canova, che non conoscevo: puttini dallo sguardo birichino e figure che danzano, si prendono la mano e si sorridono con infinita grazia e leggerezza, la stessa che ritroviamo nelle sue sculture.

IL GIARDINO E IL PARCO

L’ampio spazio verde di fronte alla Casa è chiuso dalla splendida Cancellata in ferro battuto, costruita dagli artigiani locali nel tardo Settecento. Nell’angolo a sud-est, si trova un pino italico, piantato da Canova stesso.

Oltre le mura di recinzione e l’ampia cancellata, si apre il Parco, costituito dai quattro campi Persei, così chiamati perché acquistati da Canova con la vendita della statua del Perseo, conclusa nel 1801.

Ph. Credits: Maria Rosa Sirotti

Gypsotheca e Museo Antonio Canova | Possagno

Via Canova 74,  30154 Possagno, Treviso

Telefono: +39 0423 544323

Mail: posta@museocanova.it

www.museocanova.it/antonio-canova/