A Parma, Palazzo Tarasconi celebra il centenario della nascita di Roy Lichtenstein (New York 1923) uno dei maggiori interpreti dell’arte del XX secolo e un maestro della Pop ART, con la mostra ROY LICHTENSTEIN. Variazioni Pop

La mostra Roy Lichtenstein. Variazioni Pop, che sarà aperta dall’ 11 febbraio al 18 giugno 2023, apre l’anno che Palazzo Tarasconi dedicherà all’America e alla Pop Art, una tipologia di arte in grado di trasportare, sul piano del colore, l’evoluzione culturale e commerciale della società americana del tempo.

Come ci spiega Corrado Galloni, proprietario di Palazzo Tarasconi dal 2014, durante i lavori di ristrutturazione sono affiorate decorazioni murarie e soffitti a volte affrescati. La sala ipogea del piano interrato, risalente al 1400, era una taverna, una sala della convivialità con pozzi, una ghiacciaia e una stanza dedicata alla cucina. Completamente restaurata, ora ospita le opere di Roy Lichtenstein che, con un sapiente gioco di luci e pannelli colorati, dialogano in modo armonico e sorprendente con l’architettura del luogo.

La mostra, curata da Gianni Mercurio, patrocinata dal Comune di Parma e prodotta da GCR, General Service and Security, con la Direzione Artistica di WeAreBeside, per l’ideazione di MADEINART, presenta i numerosi temi affrontati dal grande artista americano attraverso una selezione di oltre 50 opere (edizioni e serigrafie, sperimentazioni su metallo, tessuti e plastica oltre a fotografie e video) provenienti da prestigiose collezioni europee e americane.

Anche se i suoi esordi nella litografia e nella xilografia risalgono al 1948, seguiti a distanza di un biennio dalle stampe all’acquaforte e acquatinta, fu dopo il periodo “eroico” della pop art, la prima metà degli anni ’60, che il suo lavoro e la sperimentazione nel campo della riproducibilità tecnica affiancarono sistematicamente quello della pittura, attuata con una pari metodologia rigorosa e organizzata su variazioni dei temi pittorici che l’artista ha sviluppato nel corso degli anni.

Roy Lichtenstein è un artista che sembra semplice, ma dietro le sue opere si nasconde una complicazione enorme, sia dal punto di vista della tecnica, laboriosa e metodica, ma anche dal punto di vista concettuale”, afferma Gianni Mercurio. “La sua è un’arte dello sguardo, basata su un rapporto sensoriale che si fonda sulla percezione visiva. Era una tecnica utilizzata nella psicanalisi per l’interpretazione dell’inconscio e poi è stata applicata ala fotografia e all’arte. E’ perciò comprensibile come, in una società che a partire proprio dagli anni 60 è stata progressivamente pervasa dal potere dell’immagine, essa abbia ancora una forte e perdurante influenza sui creativi della visione”.

Lichtenstein ha lavorato ai suoi soggetti senza mai sovrapporre nello stesso momento serie diverse, dedicando a ciascuna un periodo circoscritto di lavoro. Quindi la mostra, seguendo un andamento principalmente cronologico che coincide con uno sviluppo tematico, ripercorre l’intera carriera artistica di Lichtenstein a partire dagli ’60, in cui ritroviamo i suoi temi e generi, dai fumetti e la pubblicità, la natura morta, il paesaggio, le incursioni nell’astrazione e nelle forme dei grandi maestri, gli interni bidimensionali, fino alla serie dei nudi femminili.

Sempre secondo Gianni Mercurio: “ Colori piatti, linee marcate e puntinato sono le cifre stilistiche di Roy Liechtenstein che ricoprono tutta la sua carriera. Congelando la pennellata fondamento dell’arte fino al 900, l’artista vuole porre fine alle vecchie correnti artistiche, dando vita all’arte POP e alla filosofia postmoderna nell’arte e nel cinema.  Nell’ultima serie di lavori, Reflection, cerca di realizzare dei riflessi con la tecnica tipografica, arrivando alle tonalità. Già in precedenza aveva tentato con la pennellata, rappresentandola in modo astratto e ripresa da un fumetto”.

Un catalogo accompagnerà la mostra con testi del curatore, di Roy Lichtenstein stesso e della scrittrice e storica dell’arte Avis Berman.

Ph. Credits: Maria Rosa Sirotti

PALAZZO TARASCONI

Palazzo Tarasconi è oggi riconosciuto come luogo d’arte e cultura. Edificio di grande valore storico, fu costruito nel XVI secolo per volere dei fratelli Scipione e Alessandro Tarasconi, seguendo un probabile progetto di Giovanni Francesco Testa.

Di grande impatto visivo, avendo mantenuto inalterato l’assetto originario, il Palazzo sorge nel cuore del centro storico della città di Parma, al numero 37 della centralissima Strada Farini. L’edificio è dotato di spazi di grande interesse e può ospitare mostre d’arte, convegni, eventi e manifestazioni di ogni genere in luoghi dal fascino antico ma perfettamente funzionali. Il punto di forza risiede nelle suggestive cantine al piano interrato. Recentemente recuperate, sono il luogo prescelto per l’allestimento delle esposizioni di Palazzo Tarasconi.

Grazie alla sua posizione, nel cuore del centro storico della città di Parma, il palazzo è facilmente raggiungibile percorrendo a piedi. A pochi minuti, parcheggi per auto e fermate dei mezzi pubblici.

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