Le Azzorre, 9 piccole isole spedute nell’Oceano Atlantico, sono chiamate” Le Isole Verdi” e io le chiamerei anche “Le Isole Felici”

Le Azzorre non sono il Paradiso, nessun posto lo è. Ma ci si avvicinano molto: sono il luogo dove il clima è ottimo, la natura regna sovrana e le persone sono gentilissime e accoglienti.

Gli Azzorriani sono sempre stati isolati dal mondo, in mezzo all’Oceano Atlantico dove le navi non fanno rotta perché occorrono troppi giorni di navigazione, e così mi raccontano di essere felici di accogliere i turisti, di vedere volti nuovi, persone diverse con cui parlare e che apprezzano le loro isole.

Sì, perché alle Azzorre non si va per le spiagge, le discoteche, la vita notturna o lo shopping. Si va attratti dal territorio, dalla scoperta di un mondo ai più sconosciuto, dove la natura è rispettata e uomini, animali e piante vivono in perfetto equilibrio.

Si va per la bellezza straordinaria delle coste e delle scogliere vulcaniche, per esplorare  caverne e grotte laviche ricoperte dalla vegetazione, per ammirare le caldere di antichi vulcani ormai trasformate in laghi limpidissimi o in rigogliose foreste.

Si va per entrare in contatto con questa natura e gli animali che la popolano, originari dei luoghi o portati dall’uomo. Su queste isole, per ogni abitante si contano almeno 4 mucche, libere di pascolare ovunque e fonte economica principale.

Il loro buonissimo latte, ottenuto da alimentazione esclusiva a erba e fiori di campo, con acqua sorgiva minerale e assenza di inquinamento del suolo e dell’atmosfera, è utilizzato per produrre ottimi formaggi, panna e burro, condimento base della dieta degli azzorriani, che non hanno a disposizione gli ulivi. Il consumo di carne è sorpassato da quello del pesce, abbondantissimo e molto vario.

La pesca rappresenta, infatti, l’attività chiave per il territorio. Qui il mare è ricco di moltissime qualità di ottimo pesce. Per questo i ristoranti propongono fantastici piatti a base di pesce, cucinati in modo semplice alla piastra o secondo più elaborate e gustose ricette tradizionali.

Il tonno delle Azzorre è considerato il migliore al mondo e viene esportato e venduto anche al mercato del pesce di Tokyo.

Che dire poi della verdura e della frutta tropicale? Le Azzorre producono ananas dolcissimi, maracuja, meloni e banane.

Pane e dolci lievitati sono sono vari e molto buoni. Vasta la produzione di liquori, ottenuti con la frutta e con il miele, altra eccellenza locale. Qui si trovano anche le uniche piantagioni di tè dell’Europa e che si trovano alla più alta latitudine.

Il tè prodotto è aromatico e delicato e viene utilizzato anche per ottimi dolci. Come le mucche, anche gli insetti impollinatori sono liberi di svolazzare tra una enorme quantità di fiori che crescono ovunque, anche senza essere coltivati.

Tante piantine che abbiamo a casa in vaso, qui possiamo trovarle di dimensioni impressionanti, che nascono e crescono ovunque, come le Ortensie, il fiore simbolo delle Azzorre. Con i cespugli di fiori di ortensie, dal diametro anche di 40 centimetri, si dividono i campi e gli orti, si segna il bordo stradale, si rallegra ogni angolo a disposizione.

Anche i vari animali sono sempre un incontro piacevole. Lungo la strada, puoi doverti fermare per far spostare una famiglia di capre, per far passare un gruppo di mucche o per consentire a una fila di anatre di attraversare.

In ogni laghetto vivono diverse speci di papere, oche e anatre, oltre a diversi tipi di uccelli e anche galline e galli. Una allegra fattoria sempre in attesa di cibo da parte dei visitatori, siano essi azzorriani impegnati in un picnic o turisti di passaggio.

Quello che colpisce sempre è il silenzio dell’uomo e il rumore della natura: ogni volta che si scende dall’auto, esplode il cinguettio dei numerosissimi uccellini, il fragore di una cascata o delle onde che si infrangono sulla scogliera. Il tutto immerso nel profumo di fiori e piante.

La popolazione locale è conscia di questi tesori a disposizione e ha attuato e sta implementando politiche dedicata alla preservazione del territorio, incrociando le esigenze di un turismo comunque selettivo e rispettoso, ma che chiede di poter esplorare e godere di ciò che la natura offre. Per questo, il governo locale ha da tempo adottato serie politiche green di salvaguardia: negli hotel, nei negozi e nei supermercati non viene più usata la plastica, sono autorizzati solo retine e contenitori riutilizzabili da portare da casa. Si incentiva il turista a ricaricare le bottiglie d’acqua alle fonti e a tenere comunque un comportamento etico. I cestini sono numerosi ovunque e sempre suddivisi per la raccolta differenziata.

Contemporaneamente, le strade sono costellate di Merendarios, aree disposte spesso in punti panoramici dotate di tavoli e panche, servizi igienici e griglie per barbeque.

La caccia alle balene, interrotta dai divieti internazionali, è stata sostituita da tour per l’osservazione naturalistica dei grandi cetacei e dei delfini, attività legata al turismo ecosostenibile.

Tutti i luoghi che meritano di essere visti e visitati sono ben indicati tramite mappe, cartelli, immagini e sentieri anche piccoli ma tracciati, con sostegni nei punti più impegnativi e indicazioni delle direzioni e dei tempi di percorrenza. In quelli più importanti è sempre presente un piccolo chiosco di bevande e a volte anche di cibo.

Le varie piscine naturali, che si formano grazie all’acqua dell’oceano che entra e rimane nelle formazioni laviche, sono sempre supervisionate da bagnini.

Gli hotel forniscono camere ben arredate con vista sull’oceano o sul giardino, con accesso alla SPA e la colazione compresa, dove viene veramente servito di tutto. Non ci sono voli diretti dall’Italia, ma questo è un problema nostro. Possiamo raggiungerle con uno scalo a Lisbona o Porto. Tra le varie isole, il collegamento è gestito dagli aerei a elica della compagnia Sata.

I prezzi sono ottimi, essendo le Azzorre a statuto autonomo ma comunque territorio portoghese alla cui economia sono legate. Inoltre, vige l’Iva ridotta all’8%. Il tasso di criminalità è molto basso e non vi sono stati atti terroristici.

Gli azzorriani sono persone pacifiche, amanti della libertà e contrarie a qualunque forma di governo dittatoriale: nel 1829, a Vila da Praia (ora Praia da Vitoria), il partito liberale ebbe la meglio sull’assolutismo e fu stabilito il Consiglio di Reggenza di Maria II di Portogallo a Terceira. Nel 1931, le Azzorre  si ribellarono alla dittatura del regime di Salazar e furono governate da militari ribelli. Arriviamo al 1976, quando furono proclamate Regione Autonoma (Região Autónoma dos Açores).

Ma tutta questa meraviglia ha uno scotto da pagare? Sì, come tutto, del resto.

L’arcipelago è costituito da 9 isole, alcune  piuttosto distanti tra loro e si raggiungono solo in aereo. La distanza e la conseguente difficile raggiungibilità che tanto le tengono al sicuro e le preservano, fanno si che molti beni di uso comune non siano facilmente reperibili e che gli acquisti online non prevedano la consegna sulle isole. Con conseguente aumento dei prezzi di alcuni prodotti e irreperibilità di altri. Scordatevi negozi di abiti e calzature alla moda, mobili e accessori di design, sanitari e rubinetteria delle migliori marche, solo per fare un esempio. Le case non hanno impianto di riscaldamento, essendo la temperatura variabile tutto l’anno dai 18 ai 26 gradi. Tuttavia, l’umidità in primavera è alta e può essere disagevole.

Concludendo, le Azzorre sono sicuramente un paradiso dove vivere a contatto con la natura e ad un ritmo rallentato. Tuttavia, la vita di un turista in 15 giorni è diversa da quella di un azzorriano e di una vita.

Sicuramente, spero che rimangano così genuine e incontaminate per sempre, e che il turismo che le raggiunge sia sempre costituito da amanti della natura e dei luoghi, rispettosi del territorio e dei suoi tesori. Se appartenete a questa categoria, vi consiglio assolutamente di visitarle. Da questo punto di vista, sono veramente un paradiso.

Ph. credits: Maria Rosa Sirotti