Un tour alla scoperta della “Granda” cuneese: luoghi e sapori di una zona ricca di eccellenze enogastronomiche e paesaggistiche

VisitPiemonte è il portale della Regione Piemonte dedicato al turismo, per scoprire itinerari, idee ed esperienze indimenticabili. Un prezioso aiuto per  organizzare una vacanza, in grado di soddisfare anche il turista più esigente. Il Piemonte è un’esperienza che non ci si aspetta: parchi laghi, colline e siti Patrimonio UNESCO; arte, storia e architettura; ma anche vino, tradizione e accoglienza. L’autentica cultura enogastronomica che esalta sapori unici si unisce a una sapiente tradizione artigianale e sfocia nella qualità assoluta di trattorie, caffè storici e ristoranti stellati.

Eccellenze del Piemonte in vetrina è un progetto della Regione Piemonte, inserito nella programmazione della 92a edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e realizzato in collaborazione con Visit Piemonte, le Agenzie Turistiche Locali piemontesi e le Enoteche Regionali del Piemonte.

Nell’ambito di questo progetto, sono stata ospite di VisitPiemonte e ho esplorato la provincia di Cuneo, una zona chiamata la “Granda” (“grande” in piemontese) per le sue dimensioni: è, infatti, la quarta provincia italiana per superficie. 

Mondovì è stata la prima tappa. Città della ceramica e capitale delle mongolfiere, Mondovì è un comune di circa 22 mila abitanti che prendono il nome di monregalesi da Mons Regalis, il nome antico della città. È situata tra montagna, collina e pianura e si sviluppa su più livelli: il rione Piazza, posto sulla collina denominata Monte Regale è il nucleo originario e più antico. I rioni Breo, Pian della Valle, Carassone, Borgato e Rinchiuso si snodano nella parte bassa lungo il torrente Ellero (affluente del Tanaro). Questi rioni ebbero il loro massimo sviluppo tra il 1700 e il 1800 grazie alla nascita di fabbriche e all’arrivo della ferrovia.

Nel 1880 venne costruita una funicolare di collegamento tra il rione basso di Breo e il rione Piazza. E’ stata poi completamente rinnovata nel 2006.

Nel Rione Breo troviamo una bella piazza su cui affacciano la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (detta anche chiesa del Moro)e bei palazzi decorati con meridiane. Da qui parte la funicolare per il Rione Piazza.

L’arrivo della funicolare al Rione Piazza è all’interno di un edificio storico che si apre sull’antica Piazza Maggiore e i suoi portici Soprani e Sottani.

Il rione è dominato dalla Torre Civica del Belvedere, detta anche torre dei Bressani, eretta tra il 1200 e il 1300. Il primo nucleo della costruzione seguiva le forme gotiche ma venne poi modificato nei secoli. La torre, merlata, è alta circa 30 metri ed è dotata di un orologio sui 4 lati, in modo che anche gli abitanti della parte bassa potessero leggere l’ora. Dalla cima il panorama offre lo spettacolo dell’intera pianura delle e un colpo d’occhio unico su tutto l’arco alpino piemontese.

Mondovì è famosa per la tradizione ceramica risalente al Settecento, grazie alla massiccia presenza di argilla, acqua e legna. E’ caratterizzata dalle tipiche decorazioni a forma di gallo. Nel 1842 Giuseppe Besio iniziava la produzione di maioliche in Mondovì, dando vita alla Besio 1842, più antica azienda di ceramica tuttora attiva in Italia. Tipiche di Mondovì sono le Risole (dolcetti di pastasfoglia) farcite con marmellata di albicocche e il Rakikò, un liquore a base di erbe rabarbaro e china creato nel 1924.

Ho pranzato al Caffè Bertaina Osteria: un locale storico nella piazza centrale di Mondovì. Situato sotto i portici, rappresenta una realtà tipica sia nell’arredamento sia nella scelta dei piatti presenti in menù. Un menù costituito da pochi piatti ma di elevato standard qualitativo in cui ciascuno può trovare una tipicità particolare del luogo. La scelta dei dolci è fantastica.

Santuario di Vicoforte

A pochi kilometri da Mondovì vale la pena visitare il Santuario di Vicoforte, monumento barocco di rilevanza mondiale costruito attorno alla sacra immagine della Madonna del pilone di Vico.

L’icona, dipinta ad affresco su un pilone campestre, raffigura Maria con il Bambino. Dal 1682 è invocata con il titolo di Regina Montis Regalis.

La cupola del santuario è la più grande al mondo tra quelle di forma ellittica ed è la quinta, per dimensioni. Questo capolavoro di architettura è decisamente l’elemento più scenografico e importante, reso ancora più appariscente dall’affresco a tema unico più grande del mondo.

Grazie al progetto Magnificat è possibile esplorare la basilica con casco e imbragatura, salendo tra i cunicoli dell’antico cantiere e passando tra la cupola in muratura e il suo rivestimento in rame, fino al cupolino sommitale a 75 metri d’altezza.

A Vicoforte ha sede l’azienda agricola Cascina Santo Stefano. Nata nel 2015 con la finalità di preservare e incrementare la vocazione agricola del territorio, promuove un’agricoltura sostenibile e rispettosa della biodiversità.

 

Oltre alla produzione di farine, patate e legumi, l’azienda ha realizzato un impianto di Nocciole Piemonte IGP. Inoltre, c’è un apiario stanziale che produce ottimo miele di castagno e millefiori. https://visitmondovi.it/

Cuneo

Seconda tappa: Cuneo, capoluogo e cuore della provincia Granda. Ben sei valli, tra Liguria e Francia, convergono sulla città. Passeggiando per il centro storico, scopriamo la Contrada Mondovì, sede dell’antico ghetto. Caratterizzata da bassi porticati, era sede della sinagoga quattrocentesca, che aveva la caratteristica di essere praticamente di fronte ad una chiesa cattolica. Il centro è dominato dalla Piazza Duccio Galimberti, dalle dimensioni sorprendenti e contornata da negozi, ristoranti e caffè. Tra questi la famosa Pasticceria Arione.

La Pasticceria Arione di Cuneo è una istituzione livello nazione dell’alta pasticceria made in Italy. Dal 1923 produce gli originali Cuneesi al Rhum, che vengono realizzati ancora oggi con uova e latte freschi, cioccolato fondente di alta qualità e rhum originale. “Cuneesi al rhum“, è un prodotto creato e successivamente protetto dal Brevetto per Marchio d’Impresa da Andrea Arione. Quello che contraddistingue i veri cuneesi al rhum dalle numerose imitazioni è la presenza della doppia meringa che racchiude al suo interno la crema cioccolato al rhum, il tutto ricoperto da cioccolato fondente.

Il locale è situato nel palazzo ex Cassin e si trova nella centralissima Piazza Galimberti all’angolo con Corso Nizza. Il particolare allestimento interno e le modanature in radica esterne originali dell’epoca, raccontano la storia passata di questo locale che e stato inserito nei Locali storici d’Italia.


Altri prodotti fantastici sono le meringhe farcite alla panna, il Mont Blanc e i Marron glacee. Tutto buonissimo e di prima qualità. Non si può andare a Cuneo senza passare da Arione.

4 ciance

Il ristorante 4 ciance è stato scelto per la cena. Un piccolo ristorantino con tavoli ben distanziati sotto volte in mattoni. Servizio accurato e molto gentile.

Un menù della tradizione piemontese con qualche accento innovativo. Antipasti, uova al tartufo e fonduta, tagliatelle verdi al ragù di vitello e salsiccia, stinco brasato con ragù di funghi e polenta, bunet con gelato ai marron glace. Pane e grissini fatti a mano molto buoni.

Alla fine, con il caffè viene servita una piccola pasticceria o tortina da portare a casa.

Agrimontana

Una delle realtà alimentari di eccellenza della zona è Agrimontana, un’azienda a carattere famigliare alla seconda generazione dove vengono prodotti canditi e confetture senza l’uso di conservanti ma tramite pastorizzazione.

Fondatata da Cesare Bardini, si trova ai piedi dei castagneti del cuneese, poi utilizzati per la produzione dei marron glacees e dei canditi. Un castagneto sperimentale è monitorato in collaborazione con l’Università di Torino.

Il marrone è il prodotto iconico dell’azienda in cui confluiscono cura e passione, in un processo di trasformazione di una eccellenza del territorio piemontese. Ho fatto una visita guidata ai reparti produttivi molto interessante.

Borgo San Dalmazzo

Una sosta a Borgo San Dalmazzo è stata lo spunto per introdurre i luoghi ebraici del Piemonte e la storia della comunità che dal XV secolo si insediò stabilmente nel cuneese. Luoghi di culto, antichi ghetti, cimiteri e musei ebraici sono un prezioso patrimonio. Le sinagoghe, semplici spazi abitativi, erano prive di elementi riconoscibili all’esterno.

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre 1943, un migliaio di profughi ebrei varcò il confine in una dura marcia attraverso le Alpi nella speranza di trovare rifugio in Italia. Ad attenderlo trovò però le SS tedesche che riuscirono a catturare 349 di quegli esuli, rinchiudendoli nell’ex-caserma degli Alpini a Borgo San Dalmazzo dalla quale furono deportati il 21 novembre 1943 verso Auschwitz (solo 9 di essi sopravvivranno). La popolazione locale, sotto la guida del parroco don Raimondo Viale, si prodigò ad alleviare le sofferenze dei prigionieri durante il periodo di internamento nel paese, ma soprattutto dette rifugio alle centinaia di quelli che erano riusciti ad evitare la cattura, nascondendoli nella zona o aiutandoli a raggiungere luoghi sicuri, in collaborazione con la rete clandestina di aiuti DELASEM. Le persone salvate furono centinaia. [Tratto da Wikipedia]

MEMO4345 è il percorso multimediale storico-didattico che dà voce al Memoriale della Deportazione di Borgo San Dalmazzo. Uno spazio per conoscere, capire, ricordare e interrogarsi.

In questa zona e nelle valli che vi confluiscono è passata, tra l’8 settembre 1943 e la Liberazione, la storia europea della persecuzione antiebraica della prima metà del Novecento, sotto forma di persone le cui vite hanno coinvolto le vite degli abitanti di questi luoghi. I visitatori vi trovano risposte alle domande che si pongono, dopo essersi fermati al Memoriale della Deportazione, su ciò che è accaduto qui e vengono guidati alla conoscenza ed alla riflessione sugli elementi essenziali della Shoah in Europa.

Molto interessante il percorso di ricostruzione storica che individua l’inizio del nazionalismo alla fine del 1800. Vi sono poi mappe interattive sull’origine delle famiglie ebraiche, i loro spostamenti, la breve sosta nel territorio cuneese, oltre a un database dei deportati. Numerose le testimonianze degli abitanti locali che hanno aiutato la popolazione e ebraica. https://memo4345.it/

Gnun Sens Ristorantino

Per il pranzo abbiamo fatto sosta al Gnun Sens Ristorantino in Borgo San Dalmazzo.

Un piccolissimo ristorante molto confortevole nella sua praticità: il menù è scritto su una lavagna appesa al muro e varia a seconda della giornata e della materia prima disponibile.

Piatti della tradizione molto intriganti e deliziosi, con un servizio gentile e attento. Ho preso i gnocchi alle castagne con porri e salsiccia, insalatina di gallina, lasagnetta di grano saraceno con toma, patate e verza.

Tartufo bianco di Alba

L’ultima tappa è stata all’insegna dell’eccellenza gastronomica: il Tartufo bianco di Alba. Siamo stati al Centro Nazionale Studi sul tartufo nel Castello di Roddi ad Alba.

Qui ha sede anche una scuola di cucina con sessioni condotte da chef di alta cucina, rivolte a giornalisti, influencer e stakeholder del territorio.

Ogni lunedì, chef del territorio e del panorama nazionale accompagnano alla scoperta dei piatti tipici del Piemonte, delle materie prime d’eccellenza e dei produttori: un’esperienza da concludere naturalmente con la degustazione del piatto realizzato arricchito di Tartufo Bianco d’Alba e accompagnato da un calice di vino delle etichette DOC e DOCG piemontesi.

Qui lo Chef Fabio Ingallinera del Ristorante Il Nazionale di Vernante (CN) ci ha invitato a interpretare un classico della tradizione Ravioli Ris & Coj, Royale al Parmigiano e Tartufo Bianco.

Ogni anno, in autunno, si svolgono la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e l’Asta Mondiale del Tartufo Biancoche diventa protagonista di un fitto calendario di importanti fiere in tutto il territorio del Monferrato.

E’ possibile scegliere tra escursioni guidate giornaliere in piccoli gruppi, che comprendono la ricerca del tartufo e la sua degustazione in abbinamento a specialità e vini locali, oppure cimentarsi in uno dei tanti corsi di cucina o nei laboratori sensoriali organizzati sul territorio. Un’esperienza insolita ed emozionante a contatto con la natura, guidati da un trifulau professionista e dal suo cane appositamente addestrato.

Ph. Credits: Maria Rosa Sirotti

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