Molini Lario di Alzate Brianza ha festeggiato i 100 anni di attività aprendo le porte ad autorità, clienti, amici, giornalisti e dipendenti vecchi e nuovi con le loro famiglie , con la forza di una lunga presenza di successo sul mercato, e il desiderio di dare risposte alle sfide di un mercato in evoluzione.

Una grande festa per tutte le persone  che negli anni sono state artefici dei successi della nostra società” dichiara Giacomo Bozzi Presidente di Molini LarioOltre 300 persone che, spegnendo le 100 candeline, ci aiuteranno a progettare  il nostro  futuro da vivere e sviluppare sempre insieme ai nostri partner”  La storia inizia a Como nel 1919, quando i rappresentanti di 5 famiglie comasche  costituiscono la Anonima Molini Lario, società che ha poi conquistato un ruolo primario nel mondo delle produzioni di farine ottenute dalla macinazione e miscelazione di grano tenero. In occasione del compimento dei 100 anni Molini Lario ha deciso di rinnovare il proprio logo inserendo due componenti significative: di tempo, 1919, anno di fondazione della Società e di luogo, Lago di Como, come ubicazione geografica del molino e riferimento di valore internazionale.

Tra i valori che hanno caratterizzato la storia di Molini Lario e che ne guidano lo sviluppo è la ricerca senza compromessi della eccellenza qualitativa delle sue farine. Un livello qualitativo elevato e costante che nasce dalla rigorosa selezione dei grani impiegati, dall’eccellenza di un processo produttivo fatto di scelte tecnologicamente avanzate e dal puntuale monitoraggio nei suoi laboratori di analisi  dei grani impiegati e delle farine prodotte.

Tale eccellenza qualitativa è ben riconosciuta sia dal canale industriale, dove Molini Lario deve rispondere ai rigorosi standard imposti da marchi d’eccellenza, sia nel canale artigianale, a favore di un consumatore sempre più consapevole delle sue scelte. Negli ultimi 10 anni Molini Lario ha definito strategie commerciali miranti ad affrancarsi da logiche di volume, ritornando al massimo presidio della clientela artigianale, attraverso investimenti a livello di sviluppo prodotto, commerciali e di comunicazione a favore dell’artigiano panificatore, pasticcere e pizzaiolo.

Al fine di offrire massimo supporto a questa strategia, la società ha creato nel 2015 la Accademia Farina di Molini Lario, che si avvale di un Centro Applicativo e di Ricerca e Sviluppo per sperimentare nuove farine e metodiche per ottenere i migliori risultati nella  panificazione. Accademia Farina è diventata centro di formazione e punto di incontro tra l’azienda e la sua più qualificata clientela artigianale.

E’ qui che, insieme a tre colleghe e amiche, inizia la mia visita ai Molini Lario, proprio dalla Accademia della Farina, gestita dal maestro panificatore Antonio Cipriani. Un mago del pane, un esperto dei lieviti, un grande della focaccia. Antonio ha alle spalle una vita nella panificazione che per lui non è solo un lavoro, ma una passione, un amore, direi. E, insieme a Molini Lario, sta cercando di rivalorizzare questo antico mestiere, che è alla base della nostra alimentazione. “Se dovessi aprire ancora un mio negozio – ci racconta Antonio -, lo chiamerei  Pane, Pizza e…, dove quei puntini stanno per tutto quello che si può fare col pane, tutte le forme in cui si può preparare e tutti i modi in cui si può mangiare! Con Accademia della Farina voglio attirare l’attenzione dei ragazzi su questo bellissimo mestiere, che non è più quello di una volta dove si stava in piedi tutta la notte, al caldo torrido, tutti sporchi di farina… Oggi la panificazione ha fatto enormi passi avanti con macchinari che evitano fatiche inutili”. In effetti, siamo nel laboratorio di Antonio con una bella aria condizionata, con forni per la lievitazione, per la cottura, frigoriferi e macchinari per l’impasto. La tecnologia lascia molta libertà e allevia dalle fatiche. Così, il momento finale della panificazione, quello dove si dà una forma al pane, diventa un divertimento.

In Accademia della Farina c’è proprio tutto per imparare, confrontarsi, porre questiti, con una bella lavagna dove Antonio scrive soddisfatto i pesi e le proporzioni delle sue ricette segrete, ma che è ben contento di condividere con chi, come lui, ama il pane. Si comincia dal li.co.li. (lievito in coltura liquida): sostanzialmente si tratta del lievito madre, ma con una maggiore idratazione, ossia con una quantità di acqua tale da renderlo, appunto, liquido. Viene conservato in frigorifero in un barattolo e “nutrito”, ossia rinfrescato, periodicamente con acqua e farina. Antonio ha chiamato il suo licoli Hylario e ci ha insegnato come gestirlo, conservarlo, rinfrescarlo e utilizzarlo. Ci ha parlato poi della biga, il preimpasto ottenuto miscelando acqua, farina e lievito. Alla fine, abbiamo appreso la ricetta del pane, unendo licoli e biga con gli altri ingredienti.

Ecco, chi dice che fare il pane è facile, è perché non lo ha mai fatto! Fare un buon pane, leggero croccante e morbido, ben alveolato e facile da digerire è tutt’altro che semplice. E me ne sono accorta a casa dove, con un barattolo di Hylario regalatomi da Antonio ho tentato di panificare. Il risultato non è stato dei migliori, nonostante avessi seguito attentamente la lezione. Come diceva il maestro, infatti, sono tantissime le variabili della panificazione e della lievitazione, che dipendono dalla temperatura, dall’umidità, dalla farina e dall’acqua utilizzate. Mi rimane almeno il ricordo del profumo che ho sentito in Accademia durante la cottura e del gustoso pranzetto accompagnato dal pane e dalla focaccia di Antonio.

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