Eccezionalmente in Italia, Milano celebra a Palazzo Reale Jheronimus Bosch artista enigmatico del Rinascimento, con suoi rari dipinti autografi e opere di allievi e seguaci nella mostra Bosch e un altro Rinascimento 

Jheronimus Bosch (1453–1516) è noto in tutto il mondo per il suo linguaggio fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche. Milano per la prima volta, sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco, rende omaggio al grande genio fiammingo e alla sua fortuna nell’Europa meridionale.

Un progetto espositivo inedito che presenta una tesi affascinante: Bosch, secondo i curatori, rappresenta l’emblema di un Rinascimento ‘alternativo’, lontano dal Rinascimento governato dal mito della classicità, ed è la prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa.

Aperta al pubblico fino al 12 marzo 2023, Bosch e un altro Rinascimento la mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 ORE Cultura Gruppo 24 ORE con il sostegno di Gruppo Unipol, main sponsor del progetto.

Il nome Bosch evoca scene di inferni popolati da creature mostruose, notti allucinanti illuminate da incendi e personaggi che oscillano fra il grottesco e il ridicolo. Sin dai primi commenti cinquecenteschi sulla sua opera, infatti, è stato definito un pittore di mostri e incubi e la sua bizzarria, la sua eccezionalità sono sempre state riconosciute e messe in evidenza. Questo perché i suoi dipinti caotici, affollati da ibridi e chimere, offrono un’immagine molto diversa da quella di equilibrato classicismo e bellezza ideale che la tradizione storico-artistica associa al concetto di Rinascimento.

La fortuna di Bosch e del suo immaginario come fenomeno di rilevanza europea ha origine nei territori mediterranei, specialmente in Italia e in Spagna, dove il contesto artistico e culturale, già imbevuto di una tradizione del grottesco e del caricaturale, fornisce terreno fertile per l’apprezzamento delle sue opere. È in Italia e nelle corti spagnole e centroeuropee degli Asburgo che troviamo i più precoci esempi di un collezionismo affascinato dalle opere di Jheronimus Bosch che avranno un impatto significativo sul “lungo Cinquecento” europeo.

Non si può guardare un’opera di Bosch nel suo insieme, con sguardo distratto, e passare oltre, perché Bosch è un creatore di universi in miniatura, che possono essere osservati e studiati per secoli, senza mai smettere di sorprendere.

“Questa mostra ha per oggetto l’analisi e la diffusione della proposta figurativa di Bosch, un artista che visse in pieno nel tempo rinascimentale e che riscosse immediato successo in gran parte dell’Europa. La sua produzione fu caratterizzata da un linguaggio assolutamente innovativo e sorprendente tale da suscitare meraviglia e stupore grazie a un’inventiva e un’immaginazione iperboliche e poderose al punto che nel Novecento, dopo il misconoscimento dell’opera boschiana operato a partire dalla critica illuminista, sarebbe diventato un importante punto di riferimento di alcune correnti artistiche, tra cui primariamente il Surrealismo. Non è un caso se nel Primo manifesto surrealista Breton riconobbe nel Maestro fiammingo “il padre fondatore del Surrealismo”; l’immaginario visivo dell’artista neerlandese evidentemente continuava a parlare, a intrigare, a interessare acquisendo una modernità che, a distanza di 500 anni, affascina ancora”. Domenico Piraina Direttore di Palazzo Reale.

Il percorso espositivo presenta un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wunderkammern. In questo ricchissimo corpus spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch, autore di pochissime opere universalmente a lui attribuite e conservate nei musei di tutto il mondo. Proprio perché così rari e preziosi, difficilmente i capolavori di questo artista lasciano i musei cui appartengono, e ancora più raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in un’unica esposizione.

Il Castello Sforzesco di Milano ha svolto una funzione strategica nella realizzazione della mostra. Da una parte, come prestatore di opere provenienti dalle sue cospicue collezioni. Dall’altra, in forza della sua prestigiosa Pinacoteca, il Castello è risultato determinante per l’ottenimento dei prestiti di alcuni capolavori boschiani irrinunciabili tramite una politica di accordi e scambi istituzionali in regime di reciprocità con importanti musei europei, sulla base di una vasta rete di relazioni con soggetti pubblici e privati intessute direttamente e autorevolmente dai curatori a livello nazionale e internazionale”. Claudio Salsi Direttore Area Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici

“La mostra è un’occasione unica per riscoprire un “altro” Rinascimento europeo. Attraverso un lavoro di ricerca durato cinque anni e la mobilitazione di una rete di cooperazione culturale che ha valicato i confini nazionali – coinvolgendo governi, ambasciate, musei, istituti culturali e collezionisti – è nato un progetto unico per la potenza del racconto di un’intera epoca artistica e per l’importanza e la varietà dei confronti presenti”. Edoardo Garrone Presidente Gruppo 24 ORE

Per quanto possa apparire strano, la fama di Bosch non iniziò nelle Fiandre, dove l’artista era nato, ma in Europa meridionale, precisamente nella Spagna e nell’Italia del Cinquecento. A quel tempo però in Italia dominava il classicismo rinascimentale. Ma sarà proprio qui che il linguaggio fantastico e onirico di Bosch e dei suoi seguaci troveranno il terreno più fertile e maturo per crescere e diventare modello figurativo e culturale per quel tempo e per molte delle generazioni di artisti successive, anche a distanza di secoli. In effetti la fortuna del linguaggio boschiano è all’origine di un vero e proprio Rinascimento alternativo che risulta poco riconosciuto anche nella letteratura specialistica.

La magia e il sogno, con la loro natura imprevedibile e non dominata dalla razionalità, sembrano l’esito di una visione della realtà quotidiana che mette a nudo le inquietudini, le ossessioni e la natura contraddittoria dell’uomo e della società: un clima culturale che troviamo ampiamente diffuso alla vigilia di quelle svolte epocali che sarebbero state la Riforma prima e la Controriforma poi. Queste categorie figurative sono anche l’occasione per indagare le profondità del mondo interiore e le sue incongruenze e renderle oggetto di riflessioni apprezzate presso ambienti colti e curiosi e tra un pubblico non estraneo a propositi marcatamente morali.

Le composizioni religiose e profane di Bosch sono anche dominate dal concetto di complessità del reale che, nella sua estremizzazione si popola di figure scomposte, di situazioni paradossali e illogiche, di esseri destrutturati, mostruosi e crudeli, ma anche di figure purissime di giovani ignudi che popolano la terra senza pudori: insomma un mondo capovolto. In questo universo la tentazione e l’errore sono sempre in agguato, pronti a rovinare l’uomo.

L’uomo del Cinquecento era consapevole che le opere d’arte portavano messaggi simbolici che andavano interpretati in senso educativo e formativo e pensiamo che in questa dimensione accogliessero e apprezzassero questi soggetti con particolare favore.

Ph. credits: Maria Rosa Sirotti

INFORMAZIONI TECNICHE

Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12, Milano

Dal 9 novembre 2022 al 12 marzo 2023

www.palazzorealemilano.it/mostre/e-un-altro-rinascimento